18 Luglio, Teatro Morlacchi Ravi Coltrane Guitar Quartet
Secondo figlio di John e Alice Coltrane, Ravi, é nato a Long Island edé cresciuto a Los Angeles dove la madre si trasferì nel 1967 dopo la morte del padre John. Proprio sua madre, Alice Coltrane, ebbe una significativa influenza su Ravi che oggi vive a Brooklyn, registra e si dedica assiduamente alla composizione e alla performance.Ravi é un compositore e sassofonista acclamato con più di venti anni di carriera alle spalle.
Ha collaborato come sideman con Elvin Jones, Terence Blanchard, Kenny Baron, Steve Coleman, McCoy Tyner, Jack DeJohnette, Matt Garrison, Jeff "Tain" Watts, Geri Allen, Joanne Brackeen, The Blue Note 7, ed altri. Ha fondato un'etichetta discografica indipendente, la RKM ed ha registrato sei album come leader. Il suo ultimo, Spirit Fiction, è stato pubblicato nel giugno del 2012 per l'eti-chetta Blue Note.
Il padre John era introverso, studiosissimo e fortemente autocritico. Il carattere di Ravi é diametralmente opposto a quello del padre. Ravi é estroverso, eclettico ed istintivo, non possiede una chiara matrice stilistica, un sound distinguibile ed un’estetica propria. Ciò gli preclude un posto nell’olimpo dei sassofonisti jazz contemporanei.
La performance di Sabato 18 Luglio sul palco del teatro Morlacchi é stata piutto-sto “anonima” priva di un chiaro indirizzo stilistico. Discutibile la scelta del chitar-rista Adam Rogers, all’inizio della performance, alla presa con problemi di volu-me e di suono. Il timbro della scuro chitarra, “scuro” e confuso ha messo a dura prova l’intelligibilità della tessitura e l’interplay della band. In aggiunta il comping troppo “denso”, non ha lasciato spazio al leader che ne é uscito penalizzato. Ravi ha suonato pochi minuti mentre ha serbato al chitarrista (chi sa perché?) ampio spazio. Decisiva la presenza di Scott Colley che assieme al batterista Nate Smith hanno regalato al pubblico una buona performance.
Credo che molti si siano anche chiesti quale fosse la relazione tra il brano d’a-pertura, Humpty Dumpty di Ornette Coleman e Lush Life di Billy Strayhorn (!) di cui John Coltrane propose un’importante interpretazione nell’album omonimo registrato tra il 1957 ed il 1958 per l’etichetta Prestige. Credo che la audience del teatro Morlacchi si aspettasse un Coltrane più incisivo e presente, un leader con un suono ed uno stile proprio....ma forse non é ancora il suo momento.