Gli artefici e la nascita

Il passo successivo consistette nell'installazione di una linea dati veloce e nello sviluppo concreto del progetto, trasformandolo da un'idea teorica a un sito web funzionante. Questo processo ha dato vita a una vera e propria piattaforma di condivisione culturale, completa di una radio e un forum. Inoltre, ha aperto le porte all'opportunità per altri soggetti, tra cui band, fotografi, videomaker, poeti e associazioni, di iscriversi e partecipare attivamente. Ogni utente poteva così plasmare la propria pagina artistica e condividere liberamente la propria cultura attraverso la redazione radiofonica.
Per realizzarlo, ci affidammo a due figure di spicco: Attilio Brancaccio, socio simpatizzante dell'associazione e bassista della band Orange Dub, per la parte grafica; e Fabrizio Giannone, soprannominato da noi lo "scenziato", per lo sviluppo del codice. Fu una vera e propria reinvenzione della ruota: all'epoca, concetti oggi comuni come CMS (Content Management System) come Drupal o WordPress non erano diffusi, e noi stessi non ne eravamo a conoscenza. Di conseguenza, costruire il sito richiese partire da zero, scrivendo codice su codice, senza la comodità dei template predefiniti che oggi semplificano enormemente il processo di creazione.
Visto che la radio stava prendendo forma all'interno dell'Officina, ci sembrava quasi inevitabile che il nome del progetto fosse già stato stabilito come RadiOfficina. Questo passo appariva come una conseguenza naturale del processo di creazione all'interno di quell'ambiente creativo e produttivo. Dato questo assunto ci siamo avventurati, con una generosa dose di inesperienza, nella creazione del logo che avrebbe rappresentato il nostro progetto e la nostra visione.
L'idea, ampiamente condivisa, che ci portò all'identificazione del logo ci venne suggerita proprio dalla strumentazione residente all'Officina. Chi frequenta l'associazione o chi ha visto qualche foto o video sul web si sarà accorto che in questo spazio abbondano, casse e materiale per la produzione audio.
L'ispirazione scaturì proprio dall'estetica di una cassa da studio di registrazione, in particolare dalle celebri Yamaha NS-10, note ai cultori per le leggende legate alle produzioni di Quincy Jones con Michael Jackson.
La caratteristica estetica peculiare che le rende altamente riconoscibili: un altoparlante woofer bianco circolare con bordo nero, ci spinse ad adottarlo graficamente in sostituzione della lettera "O" presente nel nome, RadiOfficina (Figura 1).
Tuttavia, ogni creazione porta con sé la sua sfida, e la nostra scarsa esperienza nel campo del branding ci riservò una sorpresa spiacevole. Dopo una breve e banale ricerca online, scoprimmo che il nome RadiOfficina era già stato utilizzato in altri contesti. Anche se avremmo potuto adottarlo con un'estensione diversa, decidemmo che fosse più sensato abbandonare il nome per cercarne uno più originale e non presente nel web.
Il secondo nome, quello diventato ufficiale, nacque dall'estro di Alessandro Cuscinà, membro dell'associazione e docente nel corso da tecnico del suono che nel periodo 2005/06 si svolse nei locali dell'Officina. Il suo contributo si dimostrò imprescindibile nel trovare una sintesi tra il concetto di "radio" e un elemento capace di richiamare le attività proprie dell'associazione. Grazie alla sua fervida inventiva, Alessandro combinò il termine "radio" con "fonico", dando così vita alla proposta di denominazione "radiofonica", oppure, in alternativa, propose "radiophonica".
Ci sentimmo entusiasti di entrambi i nomi, ma optammo per la versione con "ph", radiophonica, attratti dal suo fascino distintivo. Aggiungemmo poi il claim: ascolta - promuovi - suona. Fu così che il 28 novembre 2006, L'Officina acquistò il dominio, dando inizio a una nuova era.
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